La dichiarazione che segue è stata pubblicata dai prigionieri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), detenuti dal colonialismo sionista per il loro ruolo nella lotta per la liberazione del loro popolo. I prigionieri sono parte dei circa 6.000 palestinesi detenuti oggi dall’occupazione israeliana. È una dichiarazione di solidarietà allo sciopero dei prigionieri nelle carceri USA, iniziato martedì 21 agosto.
Messaggio di solidarietà ai prigionieri in lotta nelle prigioni USA:
Oggi scriviamo come palestinesi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina detenuti nelle carceri israeliane per la nostra partecipazione alla lotta per liberare la nostra terra e il nostro popolo dal colonialismo e dall’occupazione. Oggi esprimiamo la nostra solidarietà ai prigionieri nelle carceri statunitensi che partecipano allo sciopero nelle prigioni nazionali, a partire dal 21 agosto, in lotta contro lo sfruttamento, il razzismo e il capitalismo dentro le carceri stesse dell’imperialismo.
Cominciamo esprimendo il nostro dolore per George Jackson, il rivoluzionario detenuto e martire della lotta di liberazione dei neri. Lo sciopero ha inizio nel 47° anniversario del suo martirio, evento riconosciuto allora in Palestina e nel mondo come assassinio di una reale voce di lotta da parte delle classe dirigente americana. Come prigionieri palestinesi sappiamo anche che George Jackson era un internazionalista e che le opere del poeta palestinese Samih al-Qasem – riguardanti detenzione e resistenza – sono state trovate nella sua cella dopo l’assassinio. Oggi vi scriviamo per ritessere questo legame di lotta, malgrado le nostre circostanze differenti.
Lo sciopero nelle prigioni è anzitutto una lotta di operai oppressi e sfruttati, di fronte alla brutalità smascherata del capitalismo dietro le sbarre. In tutto il mondo i prigionieri hanno protetto i loro diritti umani e ottenuto vittorie solo grazie alla lotta. Sappiamo che chiedete migliori condizioni, il diritto a battervi davanti ai tribunali per i vostri diritti e la fine di condanne esorbitanti e dell’ergastolo. Voi rivendicate anche la fine della nuova forma di schiavitù nelle prigioni americane, dove i lavoratori detenuti sono pagati per produrre beni e offrire servizi ad alcune delle maggiori imprese del Paese.
Accogliamo pure con favore la vostra lotta contro il razzismo. Il colonialismo e l’imperialismo dei coloni americani praticano il loro brutale razzismo, sia dentro che fuori le prigioni e il sistema penitenziario rispecchia questa realtà. Le comunità nere, le comunità latinos, quelle arabe sono attaccate, sottoposte a detenzioni di massa e a un sistema tendente più a imprigionare e sfruttare che sostenere e incoraggiare i giovani e gli adulti.
Oggigiorno i lavoratori nelle prigioni sono fra i lavoratori più sfruttati negli Stati Uniti e la stessa classe dirigente, che trae profitto dalla confisca di terre e risorse palestinesi e dal bombardamento di bambini in Yemen, beneficia pure del lavoro forzato dei prigionieri. La vostra è una lotta dei lavoratori che rientra nel nostro conflitto mondiale contro il brutale sfruttamento cui i nostri popoli sono tuttora sottoposti. Questa lotta dentro le prigioni mette in luce i profondi legami fra razzismo e capitalismo e come la lotta contro di essi non possa mai essere dissociata.
La campagna di boicottaggio, parte integrante del vostro sciopero, evidenzia anche il ruolo critico del boicottaggio contro lo sfruttamento e l’oppressione. Benché le nostre circostanze e le nostre vite possano essere molto differenti le une dalle altre per molti versi, noi pure dobbiamo affrontare uno sfruttamento economico da un sistema di “mensa” teso a trarre profitto dalla nostra carcerazione, in quanto palestinesi. Sappiamo che gli sfruttatori nelle prigioni degli Stati Uniti traggono profitto da mense, chiamate telefoniche e altri acquisti e accogliamo con favore la vostra campagna di boicottaggio. È la stessa ragione per cui chiamiamo i popoli di tutto il mondo ad unirsi al movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Non possiamo e non dobbiamo essere consumatori di chi trae profitto dalla nostra miseria e dalla nostra oppressione.
Mentre iniziate il vostro sciopero, vi salutiamo tutti, salutiamo la vostra lotta ed esortiamo tutti quelli non ancora impegnati a partecipare allo sciopero. Esprimiamo il nostro saluto speciale rivoluzionario ai militanti detenuti, appartenenti al Movimento di liberazione nera e ad altri movimenti di liberazione, compreso Mumia Abu-Jamal il cui internazionalismo costante e la cui lotta di principio sono noti e hanno eco nel mondo intero. Chiediamo la libertà di questi combattenti per la libertà nelle carceri americane, da Leonard Peltier a Mutulu Shakur.
Sappiamo per esperienza che con la lotta e lo scontro si può realizzare la vera libertà. La vostra lotta è lanciata all’interno dell’imperialismo americano, il maggiore pericolo che devono affrontare il nostro popolo palestinese e i popoli del mondo. Sappiamo che la vostra vittoria sarà anche una vittoria per la Palestina – proprio come le nostre vittorie in Palestina rappresenteranno una vittoria per tutte le lotte contro l’imperialismo, il razzismo e l’oppressione negli Stati Uniti e nel mondo.
Saluti rivoluzionari
I prigionieri palestinesi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
20 agosto 2018