Abimael Guzman, il “Presidente Gonzalo” del PCP -Sendero Luminoso”, ha dato la sua vita alla Rivoluzione

Abimael Guzman, il “Presidente Gonzalo” è morto sabato 11 settembre, al 29° anno di prigionia. Aveva 86 anni, le sue condizioni di salute si erano deteriorate andando aggravandosi a causa di anni di un trattamento carcerario feroce, fatto di quasi totale isolamento, privazioni e restrizioni. Lo Stato peruviano e l’imperialismo Usa suo padrone si vendicano così del leader riconosciuto della grande guerra popolare rivoluzionaria che, avviata nel 1980, aveva mobilitato via via masse considerevoli del proletariato, rurale e urbano, riorganizzando la vita sociale ed economica in ampie zone liberate e difese armi alla mano.

Il Presidente Gonzalo aveva svolto ruolo trainante già dagli anni 70, conducendo una intensa lotta ideologica in seno al Partito Comunista del Perù, fino alla scissione della componente maoista che preparerà appunto l’avvio della guerra popolare. La lotta ideologica, il porre chiaramente una definizione teorico-programmatica come sviluppo in continuità, ma anche in arricchimento, del marxismo-leninismo-maoismo, ha avuto un’importanza fondamentale. Andando contro corrente rispetto all’ondata de-ideologizzante che l’imperialismo è riuscito ad alimentare da quegli anni, allo scopo di privare il proletariato, i popoli oppressi di una loro arma basilare (ne conosciamo bene gli effetti di disorientamento e confusione oggi ancora dominanti, paralizzanti rispetto alle possibilità rivoluzionarie). Perciò il successo del processo rivoluzionario in Perù acquisì rapidamente riconoscimento internazionale, ispirando e orientando molte altre Organizzazioni e Partiti comunisti ad intraprendere lo stesso cammino. E anche in Italia, pur nella profonda diversità di contesto come formazione economico-sociale, siamo debitori rispetto questo apporto, questo impulso di valore internazionale.

La guerra popolare in Perù crebbe in potenza ed estensione fino al 1992, fino a lambire il passaggio alla fase di “equilibrio strategico” (alle soglie di un’offensiva per la presa del potere) quando nel settembre venne appunto catturato Gonzalo e parte del comitato centrale del Partito. Fu un colpo molto duro, sfruttato a fondo dalla controrivoluzione che, piuttosto di eliminare fisicamente questi dirigenti, lavorò sul lungo periodo, con trattamenti carcerari feroci, per sfiancarli e portarne una parte alla resa, alla capitolazione. Un piano che purtroppo, in parte, riuscì, provocando una grave spaccatura nel Partito, e un ridimensionamento della guerra popolare. Che comunque continuò e tutt’oggi resiste in alcune zone del Paese. In tutti questi anni la sua realtà ha pesato e influito direttamente su altre grandi esperienze in corso, dall’India alle Filippine, al Medio Oriente, all’America Latina ovviamente. E questo nonostante l’imposizione al silenzio al quale era sottoposto il Presidente Gonzalo, il venir meno del suo ruolo e contributo. Resta l’enorme lavoro fatto e il radicamento di uno dei processi rivoluzionari più forti e longevi di questi decenni. Non possiamo quindi che onorare il Compagno Abimael Guzman-Gonzalo, per la vita offerta alla causa rivoluzionaria.

Proletari Torinesi per il Soccorso Rosso Internazionale

Collettivo Contro la Repressione per il Soccorso Rosso Internazionale

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