Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della “Giornata della Terra”

Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,

Il popolo palestinese commemora ogni anno la “Giornata della Terra”. Sicuramente non solo in ricordo di uno sciopero generale nel 1976 che ha riunito il popolo palestinese dei territori del ’48 contro la confisca della sua terra. Certamente questo sciopero ha suscitato una mobilitazione solidale significativa sia in Cisgiordania che a Gaza e nei diversi campi palestinesi in Libano. Ciò non toglie che l’acquisizione della terra della Palestina, con ogni mezzo da parte degli invasori sionisti, sia cominciata il 19 gennaio 1976 in seguito alla decisione adottata dal governo israeliano di confiscare 25 km2 in Galilea, nei pressi della città di Sakhnin.

L’esproprio del popolo palestinese di tutti i suoi beni in vista della sua distruzione e non solo della confisca di una parte importante della sua terra è connaturato con l’esistenza stessa dell’entità sionista. Non si è mai fermata e mai si fermerà, se non con la dissoluzione/distruzione di questa entità che, in realtà, è solo un’estensione organica dell’imperialismo occidentale.

Lo sciopero generale in questione che si commemora oggi rientra in un lungo processo di lotta il cui centro di gravità si è spostato a seconda degli equilibri di potere in atto nel mondo arabo e soprattutto in questo Machrek arabo. Forse andrebbe ricordato che meno di 10 anni prima, cioè nel 1968, si è svolta la battaglia di Al Karamé e proprio un anno dopo la rivolta dei campi in Libano e gli accordi al Cairo fra il governo libanese e la Resistenza palestinese e 2 anni dopo Settembre Nero e i massacri in Giordania…

E’ in questa dinamica rivoluzionaria in atto che in tale spazio geopolitico della Palestina si ricrea e forma l’identità e l’unità delle masse popolari palestinesi. E’ occorso tempo (1948-1976) ai/alle palestinesi dei territori del ’48 per emergere dall’abisso della Nakba e cominciare a occupare un ruolo di primo piano nella scena politica. Sicuramente affrontare la questione della lotta delle masse popolari palestinesi dei territori del 1948 non è affatto facile per chiunque non viva direttamente in Palestina.

Proprio per questo suppongo che il compagno Adel Samara possa esserci di prezioso aiuto a tale proposito. Spiegarci un poco cosa si sente in questi giorni riguardo al peso del “gangsterismo” e delle bande di trafficanti d’ogni genere, fra l’altro al soldo dei sionisti, che avrebbero evidentemente un impatto sulle principali località e città come, ad esempio, Umm-Al-Fahm.

Certo qui le masse popolari non sono e non mostrano d’essere indifferenti a ciò che avviene anche in Cisgiordania e a Gaza. Le avanguardie della lotta rivoluzionaria non possono più ignorare la degenerazione di questa direzione borghese a capo della cosiddetta “Autorità Palestinese”, con il pretesto della necessità della salvaguardia dell’ “unità nazionale”. Occorre non smettere di ricordare che il “Blocco sociale” chiamato ad assumere i compiti della rivoluzione si costruisce e si forma nella dinamica della lotta e non basandosi su considerazioni sempre più somiglianti a compromesso…

Respingiamo i compromessi e ogni manovra di camuffamento

Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo.

A voi tutti, Compagni, i miei saluti comunisti!

Il vostro compagno Georges Abdallah

Lannemezan, 30 marzo 2021

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