Come Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI) abbiamo deciso di tradurre e diffondere una serie di notizie internazionali, diffuse dal sito www.secoursrouge.org e altri siti, riguardanti la lotta di classe nelle sue varie forme, la resistenza dei rivoluzionari prigionieri, la repressione e la risposta militante contro di essa, con una particolare attenzione ai fatti che coinvolgono il movimento comunista nei Paesi dove è maggiormente presente e attivo (India, Perù), al fine di contribuire a promuovere una conoscenza su queste tematiche e per favorire la solidarietà di classe che ci vede impegnati a organizzarla e rilanciarla a livello internazionale, vista necessariamente anche come arma per rafforzare il filo rosso che ci guida nella prospettiva rivoluzionaria per abbattere il capitalismo.
dal sito : Secoursrouge.org
India
23 luglio 2020
Una sparatoria è accaduta domenica 19 luglio al confine Andhra-Odisha, nelle aree forestali di Munchangiputtu e Pedabayalu. Due eminenti leader maoisti sarebbero riusciti a sfuggire alla polizia in tale circostanza. Si tratterebbe di Akkiraju Hargopal, alias Akkiraju Hargopal, alias RK, uno dei principali leader dell’insurrezione maoista, e del segretario del Comitato zonale del PCI (M), Chalapathi. Quest’ultimo e sua moglie Aruna sarebbero però stati feriti dai colpi sparati dalla polizia. Peraltro, il 37enne Sunil Manjhi, residente nel distretto di Giridih in Jharkhand, è stato arrestato mercoledì 22 luglio. Sarebbe membro del Comitato zonale Bihar-Jharkhand del PCI (M). È accusato di avere un ruolo determinante nella riscossione di enormi importi pagati da aziende nella regione di Parasnath a Giridih.
Lotte e repressione
Libano
22 luglio 2020
Oggi a Beirut, diverse decine di persone si sono radunate per chiedere la liberazione di Georges Abdallah, in occasione dell’arrivo in Libano del ministro degli Esteri francese.
Germania
22 Luglio 2020
Quattro anni fa è iniziato un processo “anti-terrorismo” in Germania contro 10 membri di ATIK (Confederazione dei lavoratori turchi in Europa) accusati di essere leader del TKP/ML (Partito comunista di Turchia, marxista-leninista, n:d.t.), organizzazione vietata in Turchia, ma non in Germania. Il processo si concluderà a luglio 2020 e il PM ha richiesto pene detentive che vanno da 3 anni e 6 mesi a 6 anni e 9 mesi. Secondo il costrutto dell’accusa contro il cosiddetto “leader” del TKP/ML, il principale imputato Müslüm Elma è l’unico che è ancora detenuto dopo 5 anni e quasi 3 mesi di custodia cautelare. ATIK, supportato da decine di organizzazioni (tra cui Secours Rouge International), chiama a una manifestazione di solidarietà martedì 28 luglio, dalle ore 10 di fronte al tribunale di Monaco di Baviera in Germania.
Canada
24 luglio 2020
Dieci auto di SPVM (servizio di polizia della città di Montréal) sono state incendiate. L’attacco è avvenuto vicino al commissariato di quartiere la stazione di polizia di quartiere 44, all’incrocio tra boulevard Saint-Joseph e rue d’Iberville, nella notte fra sabato 17 e domenica 18 luglio. L’incendio ha danneggiato 10 veicoli, di cui 7 sono completamente distrutti. La polizia ha riferito che una telecamera di sorveglianza ha ripreso 3 persone che si avvicinavano a veicoli di pattuglia con oggetti incendiari.
L’azione è stata rivendicata sul sito di Montréal contre-information:
“Gli sbirri sono degli assassini. Abbiamo bruciato le loro macchine. Puoi farlo anche tu. Sono stati utilizzati tre dispositivi incendiari: bottiglie di plastica con base quadrata, riempite per 3/4 con una miscela di benzina e olio motore. Ci siamo serviti di colla extra per attaccare due cubi accendifuoco confezionati separatamente (che si possono trovare nei negozi di campeggio, ferramenta o alimentari) sul lato di ogni bottiglia. Per ogni auto, abbiamo messo una bottiglia distesa su un lato (con il cubo rivolto verso l’alto) e l’abbiamo spinta sotto una gomma dell’auto, accendendo poi il cubo. Abbiamo scelto dispositivi che prendono completamente fuoco circa un minuto dopo averli posti sotto le macchine. Si è voluto aumentare le nostre possibilità di andarcene senza essere notati, riducendo al contempo l’eventualità che i dispositivi fossero spenti troppo presto. Per un mondo senza polizia e senza ordine suprematista bianco che difende. Solidarietà con ai/alle insorti/e neri e a coloro che stanno lottando. Degli anarchici”.
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Cile
24 luglio 2020
La decisione dei giudici cileni di rilasciare e porre agli arresti domiciliari Martín Pradenas, uno stupratore seriale la cui vittima, Antonia Barra, si è suicidata nel 2019 a Temuco, ha suscitato indignazione. La compiacenza dei giudici nei confronti di stupratori e femminicidi ha provocato nuove proteste in tutto il Paese. Una manifestazione si è quindi svolta mercoledì 22 luglio nel centro di Osornos. Si è conclusa con barricate e scontri. Nove persone sono state arrestate, tra cui due minori.
Francia
25 luglio 2020
Martedì 14 luglio, un gruppo di 6 che attacchinavano manifesti femministi è stato arrestato violentemente dalla polizia di Nantes. I/le militanti/e stavano affiggendo un manifesto con scritto “Libertà, uguaglianza, impunità”, quando due agenti della brigata cinofila sono intervenuti aggredendoli e arrestandoli. Un poliziotto ha strappato di mano il telefono a una militante, prima di strangolarla ripetutamente e afferrarla per la testa e per i polsi. Una volta giunti i rinforzi sul posto, è stata anche ammanettata in modo molto stretto, nonostante le sue numerose richieste di rilascio, il che le ha provocato lesioni ai polsi. Dopo l’arresto, è stata anche minacciata direttamente in commissariato da un agente del BAC (brigata anticrimine, n.d.t.) che detto quanto segue: “Non c’è interesse a che la mia testa sia su Internet domani”. Una seconda persona è stata aggredita. Ha subito uno strangolamento, è stata gettata violentemente a terra e ancor oggi ha i segni di manette applicate troppo strette, nonché una decina di lividi.
Tutti i/le militanti sono stati vittime di aggressioni e violenze verbali all’arresto e durante le 22 ore di carcerazione preventiva: commenti sessisti, misogini, degradanti come pure umiliazioni diverse e insulti. Peraltro, i poliziotti si sono pure rifiutati di fornire assistenza medica ai/alle militanti che ne avessero bisogno. Delle 6 persone arrestate, 4 sono convocate in tribunale per “aver, disarmate e in gruppo, opposto resistenza violenta” e sono passibili di 2 anni di detenzione e 30.000 euro di multa. Una delle 4 è perseguita anche “per violenze a persone depositarie dell’autorità pubblica senza ITT” e rischierebbe una pena fino a 3 anni di prigione e 45.000 euro di multa.
Questo caso è indicativo di un’enorme intensificazione della repressione poliziesca da un mese a questa parte, riportata da numerosi collettivi femministi ovunque in Francia. Una raccolta fondi è stata creata online per sostenerli.
25 luglio 2020
A Millau, nell’Aveyron, decine di persone hanno avuto la spiacevole sorpresa di ricevere una o più multe di € 135 per aver manifestato il 12 maggio, a conclusione del regime d’isolamento imposto, mentre erano vietati i raduni con oltre 10 persone. Nessuno di loro è stato arrestato durante dette iniziative. Sono state tutte multate a posteriori, avendole i servizi di intelligence territoriale individuate di viso ed essendo poi stata confermata la loro identità grazie a telecamere di videosorveglianza piazzate in città.
26 luglio 2020
Venerdì 17 luglio, Roland Veuillet, gilet giallo imprigionato a Nîmes, ha rifiutato di tornare in cella in segno di protesta contro le cattive condizioni detentive. Una quarantina di prigionieri si è radunata in suo sostegno creando un movimento di rivolta nella prigione. I prigionieri hanno manifestato per 45 minuti prima di essere dispersi. Roland Veuillet è incarcerato dal 31 maggio, in attesa di processo per aver partecipato a una manifestazione. In realtà, gli era stato infatti vietato di partecipare essendo sotto controllo giudiziario, perseguito per “insulti, ribellioni e tentativi di intimidazione” verso un poliziotto.
Il 2 luglio una cinquantina di persone a sostegno dei giubbotti gialli militanti, si è radunata davanti al tribunale di Nîmes per chiedere la sua liberazione. Quel giorno si è tenuto il suo processo, inizialmente previsto per novembre, davanti al tribunale di 1° grado. È stato condannato a 12 mesi di carcere, 6 dei quali con la condizionale, e una multa di 1.700 euro.
Turchia
25 luglio 2020
Markéta Všelichová e Miroslav Farkaš sono due internazionalisti cechi condannati per aver combattuto Daesh nelle fila di YPG e YPJ. Sono stati arrestati dalle forze di sicurezza turche nel novembre 2016 e condannati nel 2018 a 6 anni e 3 mesi di carcere per “terrorismo”. Sono appena stati rilasciati dopo 4 anni di detenzione.
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