LA LOTTA CONTINUA!
OMAGGIO RIVOLUZIONARIO AI COMPAGNI E MILITANTI DELLA RAF ANDREAS BAADER, GUDRUN ENSSLIN E JAN-CARL RASPE.
Soccorso Rosso Internazionale
La redazione della rivista militante tedesca ‘Gefangenen Info‘, in occasione del 40* anniversario dell’assassinio dei prigionieri della Raf nel carcere di Stammheim-Stoccarda, ci ha chiesto di scrivere alcune riflessioni su cosa ha rappresentato e rappresenta questo importante episodio della storia del movimento rivoluzionario in Europa.
L’intervento che diffondiamo qui sotto è stato pubblicato sul n.410 di “Gefangenen Info”(ottobre).
La mattina del 18 ottobre 1977, in Germania, nel carcere di Stoccarda-Stammheim, i militanti della Raf Andreas Baader e Gundrun Esslin furono trovati morti nelle loro celle e Jan Carl Raspe e Irmgard Moller (sempre della Raf) in fin di vita. J.C. Raspe morirà poche ore dopo. I. Moller, nonostante diverse coltellate, si salverà.
In Italia, appena la notizia si diffuse, nel movimento rivoluzionario fu subito chiaro che, al contrario di quanto affermato dal governo tedesco e dai mass media italiani, non si era trattato di un suicidio, ma di un assassinio da parte dello stato tedesco (allora Repubblica Federale Tedesca).
Già da quel giorno e per diverse settimane da parte di ampi strati di movimento, in molte città, si sviluppò una risposta immediata e molto determinata, con cortei e azioni di lotta per protestare contro il massacro dei compagni e contro lo stato tedesco.
Già il 18 ottobre, a Roma, si svolse una manifestazione che diede l’assalto all’Ambasciata tedesca, con scontri prolungati con la polizia.
Pochi giorni dopo, a Milano, durante il corteo, fu dato l’assalto al consolato tedesco e la polizia fu attaccata in più occasioni.
A Torino, Napoli, Milano, Roma, con numerose azioni, furono attaccate le concessionarie auto della Mercedes, Audi, Wolkswagen e Opel. A La Spezia, fu attaccata la fabbrica di carrarmati Leopard.
Il fatto che in Italia ci si mobilitasse in maniera così decisa e diffusa per un avvenimento accaduto in un altro Paese, va inquadrato nel contesto di quegli anni. Infatti, negli anni ’70 il movimento rivoluzionario era molto sviluppato ed in particolare nel ’77/’78 raggiunse un apice in termini politici, organizzativi e di prassi. In questo senso, all’interno del “Movimento” era molto sentita l’importanza dell’Internazionalismo, dell’antimperialismo e delle lotte di liberazione come quella palestinese, basca e nordirlandese. Era forte poi l’interesse verso quanto accadeva in Germania, anche perché, con l’Italia, rappresentava, in Europa, il Paese dove più forte erano i movimenti anticapitalisti.
In più, alcune similitudini rafforzavano l’interesse reciproco all’interno del Movimento Rivoluzionario dei due Paesi, infatti in entrambi si stavano affermando le Organizzazioni Rivoluzionarie, il movimento di Resistenza/Antagonista aveva raggiunto un significativo sviluppo, le lotte dei prigionieri politici e degli organismi di solidarietà nei loro confronti avevano sviluppato un alto livello di scontro.
E’ sotto gli occhi di tutti che a distanza di 40 anni la situazione in Italia, in Germania ed in generale a livello internazionale è molto cambiata. Con l’eccezione di pochi casi, i movimenti di lotta sono notevolmente ridotti e il movimento rivoluzionario è debole e frammentato (le ragioni sono molteplici ma non è questo l’ambito in cui trattare la questione).
Di contro, il sistema imperialista produce sempre più sfruttamento, miseria, repressione e guerra sia nel “centro imperialista” che nei “paesi della periferia”.
A fronte di ciò, la necessità della lotta contro il capitalismo e l’imperialismo, per una società senza classi, è più viva e attuale che mai.
A tal fine , lo sviluppo/rafforzamento del movimento rivoluzionario è un passo essenziale.
In questo senso, il contributo politico che hanno dato i militanti della Raf uccisi il 18/10/77 a Stammheim ed anche, non lo dimentichiamo, tutti gli altri uccisi in carcere, come, ad es. Ulrike Meinhof (morta nel carcere di Stammheim il 9 maggio 1976) e Ingrid Schubert (morta nel carcere di Stadelheim il 12 novembre 1977), può essere prezioso per lo sviluppo della lotta rivoluzionaria anche oggi. Infatti questi/e compagni/e hanno dimostrato, nella pratica, che la lotta pacifica e legale è complice del “sistema”, che l’essenza della democrazia capitalista è sfruttamento e oppressione e che l’antimperialismo è un terreno di lotta irrinunciabile. Altro elemento, molto importante, da valorizzare, è stata la loro resistenza e lotta contro le dure condizioni detentive a cui erano sottoposti.
Per concludere, annotiamo come alcuni ambiti, seppur ristretti, di movimento, continuino ad interessarsi della storia della Raf , leggano i loro scritti e li diffondano. Uno dei nostri impegni, in questo campo è quello di estendere questo interesse e far acquisire la consapevolezza che “nulla è finito”.
ONORE A TUTTI I COMPAGNI CADUTI PER LA RIVOLUZIONE!
ABBATTERE IL CAPITALISMO!
COLLETTIVO CONTRO LA REPRESSIONE
PER UN SOCCORSO ROSSO INTERNAZIONALE