tratto da linksunten.indymedia
Questa notte (18 gennaio 2017) il Consolato generale turco a Zurigo è stato attaccato con fuochi d’artificio. Questo è parte della serie di attacchi condotti contro rappresentanze dello Stato turco in Europa. Questo attacco avviene ora, dato che i ministri dirigenti AKP hanno annunciato che faranno visita al Forum Economico Mondiale.
Dal tentato golpe nell’estate 2016, la cadenza di fatti politici in Turchia rilevanti è nuovamente cresciuta in modo significativo. Le richieste dittatoriali di AKP stanno sempre più traducendosi in una realtà. Il lavoro politico legale precedentemente avviato contro AKP è progressivamente reso illegale e perseguito con la repressione. Lo spazio per questo tipo di politica si sta restringendo in modo crescente. È un cambiamento della situazione che risale a prima dell’estate.
Rispetto a questo sviluppo si sentono provenire poche critiche dal chiuso degli uffici dei governi imperialisti e capitalistici. I motivi sono stati chiariti ripetutamente. La Turchia, come porta verso l’Europa, deve continuare ad essere il più possibile chiusa per gli individui in fuga. La Turchia come Paese per esportare capitale (in particolare nel settore degli armamenti) deve rimanere come mercato. La Turchia come importante Paese geo-strategico e membro della NATO, che nei mesi passati ha anche posto nuovamente sul tappeto (insieme a Russia e Iran) la questione Siria, non deve essere irritata.
La situazione va intesa nell’ambito della crisi generale del capitalismo. Si tratta di un contesto cui stanno dietro contraddizioni sociali che si accentuano in modo esplosivo. Non ci sorprende che nascano risposte reazionarie a questa crisi e siano tollerate o addirittura promosse. Sono risposte reazionarie che sostanzialmente non mettono in discussione il capitalismo, ma sostengono con forme brutali il funzionamento del capitalismo date le contraddizioni. È una situazione oggettiva, caratterizzata dalla crisi del capitalismo in tutte le sue sfaccettature, dove a vincere sul piano soggettivo sono le forze reazionarie al potere. Ciò che va sviluppandosi in Turchia ha conseguenze a livello internazionale. Trattasi di una forma disgustosa di mantenimento capitalistico del potere che ha alimentato e appoggiato le forze imperialiste.
È importante, nonostante la reazione, non perdere di vista la propria posizione. Anzitutto in Turchia/Kurdistan esistono forze combattenti prone a dare una risposta progressista alla crisi. Osiamo dire anche che tolleranza/promozione di sviluppi reazionari in Turchia/Kurdistan da parte delle forze imperialiste sono da contrastare, che ci sarebbe un reale potere sociale pronto, capace di porre in discussione il sistema capitalistico. Detto altrimenti: con i reazionari di AKP le grandi potenze imperialiste e capitalistiche possono organizzarsi in prospettiva, con il movimento progressista che sta percorrendo un proprio percorso autentico, meno. Alla barbarie capitalista si contrapporranno prospettive emancipatorie. Dobbiamo parteciparvi, difenderle, rappresentarle, rafforzarle, portarle avanti.
Per una prospettiva rivoluzionaria!