Occorre forse ricordare la situazione drammatica dei prigionieri politici in Marocco? Evidentemente sì, vista la totale assenza d’informazione su tale questione. Quindi, rammentiamo che le condizioni detentive laggiù sono divenute sempre più disumane; i diritti più elementari dei prigionieri sono violati (negazione del diritto alle cure, a un’alimentazione di base sana, all’igiene, al proseguimento degli studi,,,) e ogni giorno ciascuno subisce umiliazioni e vessazioni. Alcuni prigionieri sono stati torturati e incarcerati senza che sia stato pronunciato un verdetto; ad altri è stato notificato un processo però rinviato alle “calende greche”. Infine, quelli giudicati, lo sono stati nell’ambito di un processo iniquo basato su espresse montature, su capi d’imputazione falsi e conclusosi con condanne terribilmente pesanti – come è stato il caso per i prigionieri politici di Meknès condannati a oltre 40 anni di prigione e a pagare multe per oltre 20 milioni di centesimi (1 euro = 10,90 MAD – dirham marocchino – 1 MAD = 0,09 euro, n.d.t.).
A questa situazione si aggiunge un black out mediatico totale per non evocare questo problema della detenzione di prigionieri politici in Marocco – il tutto inteso a lasciare questi ultimi nel più grande abbandono e isolamento.
Di fronte a ciò, il solo mezzo di resistenza, con cui questi prigionieri possono ancora agire, è fare leva attraverso lo sciopero della fame: con ciò chiedono da un lato l’applicazione dei loro diritti più elementari e la fine del trattamento disumano e barbaro imposto loro dai carcerieri e dall’altro reclamano la legittimità della loro causa giusta e corretta.
A metà agosto 2016, ad esempio, ci sono stati scioperi della fame in tutto il Paese:
-nella prigione di Toulal 2 a Meknès, Rédouan ALMALI, Hamza AL HAMADI, Yassin RAHAL, Ibrahim KASSIMI, Ibrahim ATTAHIRI sono all’80° giorno di sciopero della fame; il loro stato di salute è stato riconosciuto critico e giornalmente hanno dovuto affrontare persecuzioni da parte dei carcerieri che hanno intimato loro di por fine allo sciopero della fame. In particolare, lo stato di salute di Ibrahim ATTAHIRI oggi è molto preoccupante dato che ormai è in gioco la vita di questo compagno.
-nella prigione Toulal 3 a Meknès, Ikram BOURHIM, Zakia BIYA, Fatima Ezzahra SAHIK sono in sciopero della fame da oltre 24 giorni.
-nella prigione di Marrakech, i prigionieri politici arrestati il 19 maggio 2016, in seguito alla manifestazione studentesca per chiedere il versamento della borsa di studio rinviato, hanno condotto a loro volta uno sciopero della fame di 48 ore come primo avvertimento, prima di prolungare la propria azione se le loro richieste non fossero soddisfatte. I prigionieri sono: Myriam AAMANI, Lahcen ELAMRANI, Nabil ELKAFIFI, M’Barek TALIBI, Mounaatif CHADI, Mohamed BOUKHLIKI, Mohamed ELHARAOUI, Fouad ATOUNI, Badr AZAHRAOUI, Abdelmounin ELISMAILI, Abdelmounin MAJI, Hassan RAJI et Hamid HAMZA.
-nella prigione Ain Kadouss di Fez, Mounir AL GHAZOUI, Zakaria AL AZOUZI, Zouhair SABER, Jaber ROUIJEL, Ahmed FAHMI sono in sciopero della fame dal 18 agosto 2016.
-nella prigione di Touchka e Errachidia, Hassan KOUKOU, Mounir AITKHAFOU, Soufian ESSERHIR, Hassan OUNMOUCH, tutti condannati a 5 anni di prigione, hanno fatto uno sciopero della fame di 48 ore.
-nella prigione Raas Almaa a Fez, Bouchta ALJANATI, Noaman MUNBADDINE sono stati in sciopero della fame dal 18 luglio 2016.
Questo elenco cita solo alcuni esempi di scioperi conosciuti e fatti da prigionieri politici rivoluzionari, ma consente già di capire in quale situazione difficile si trovino.
Infine informiamo che il numero di questi prigionieri non smette di crescere, poiché gli arresti fra i militanti proseguono (ad esempio fra i militanti di Fez) e che orami si moltiplicano anche le situazioni di rapimenti (come quella relativa ad esempio a Zouhir ALAICHI, rapito il 20 agosto 2016 in pieno giorno, in una via della città di Larache, nel nord del Marocco).
In tale contesto, per denunciare questa repressione e rompere il silenzio che l’accompagna, noi, Comitato di Azione e Sostegno alle lotte del popolo marocchino, lanciamo un appello a tutte le organizzazioni a noi favorevoli e ai compagni affinché s’impegnino pienamente in una campagna ampia e continua d’informazione, di sostegno e solidarietà materiale e morale, per togliere l’isolamento che circonda la lotta eroica dei prigionieri politici rivoluzionari in Marocco e far conoscere la battaglia e la causa giuste e corrette dei nostri compagni.
Viva la resistenza dei prigionieri politici rivoluzionari in Marocco!
Libertà immediata e incondizionata
per tutti i prigionieri politici rivoluzionari in Marocco!
Contro la repressione e la detenzione politiche in Marocco!
Contro lo Stato reazionario marocchino, gli Stati reazionari arabi, l’imperialismo e il sionismo!
Viva la lotta del popolo marocchino!
Parigi, 20 agosto 2016
Comitato di sostegno e azione alle lotte del popolo marocchino