“L’anarchismo riguarda l’individuo, non è solo verso la comunità, bensì verso se stessi. L’anarchismo non si rivolge ai “cittadini”, ma alla gente” – Albert Libertad
Care compagne e compagni,
finalmente dopo un gran andirivieni dal carcere, le autorità si sono sentite obbligate a seguire le proprie leggi, che sempre generalmente trasgrediscono e così infine sono libero, esprimo queste parole di ringraziamento e affetto a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questi ultimi 30 anni e mi hanno rafforzato nella mia convinzione anarchica e quindi hanno attuato i principi base dell’anarchismo, sostegno reciproco e solidarietà. Ciò infine mi ha sottratto alle grinfie della bestia carcere con cui continuerò a lottare in piazza, senza dimenticare la battaglia personale condotta fuori, dato che non esiste quasi differenza fra un sistema e l’altro.
So molto bene di essere ancora molto privilegiato di tutto ciò, avendo potuto contare sulla solidarietà di compagne e compagni. Sono in molti a non poter godere di questa opportunità. Nei prossimi giorni emetteremo comunicati riguardanti già la specifica materia del nostro movimento e le possibili strategie che dobbiamo sviluppare per rinnovare l’intero istituzionalismo e la spensieratezza dell’anarchismo rivoluzionario dei nostri vecchi/precursori.
Non dimenticherò mai i/le compagni/e libertari detenuti nello Stato tedesco e nel mondo, specialmente Monica, Francisco, Claudio e la compagna recentemente incarcerata ed estradata in Germania e tanti altri di cui non cito il nome.
C’è molto da fare, questo è certo, ma alla fine non lo sarà per piacere, anticipazione e determinazione. Qui non accetterò i tentativi infami della direzione carceraria di impedire il mio rilascio. Lo documenteremo con scritti ufficiali in cui si mostra chiaramente quanto sia rozza e co fusa la magistratura di questo Paese. Sono libero e da quanto sembra essi intendono ancora imprigionarmi fra 45 giorni, sguinzagliare i loro cani su di me. Evidentemente non andrò spontaneamente in carcere, né patteggerò con la “marmaglia”, per avere a che fare con un qualunque rilascio concordato. Perciò assumo che non mi rimane altro che lottare apertamente a sostegno di processi anti-autoritari che ritengo necessario portare avanti con ogni mezzo a mia disposizione, fino alla clandestinità in cui loro mi spingono.
Mi è impossibile citare le persone e le organizzazioni che in tutti questi anni mi hanno sostenuto, sono parecchie. Vorrei solo che sappiate che oggi, domani e sempre potrete contare su di me, se si tratta di anarchismo e rivoluzione sociale. Oggi, da un luogo fuori delle mura mando un sacco di saluti.
Gabriel Pombo da Silva
giugno 2016