Nell’ambito della campagna del Soccorso Rosso Internazionale (SRI) contro il 41-bis e in solidarietà ai rivoluzionari prigionieri, pubblichiamo questo volantino realizzato insieme ai compagni del Collettivo Riscossa Proletaria e diffuso nella giornata di lotta del 16 aprile in occasione del presidio tenutosi sotto il carcere di Cuneo.
Alleghiamo il manifesto prodotto dal SRI e una locandina del CCRSRI.
In una società divisa in Classi, il carcere è uno strumento di oppressione contro il proletariato. Le contraddizioni del capitalismo, aggravate dalla crisi e dalla tendenza alla guerra, spingono proletari e sottoproletari nell’illegalità diffusa, ad esempio nel centro-sud dell’Italia. Con il 416-bis, il 41-bis e la militarizzazione dei territori, lo Stato tenta di contenere l’emarginazione sociale e reprimere ogni forma di illegalità diffusa.
Il 41-bis è l’apice dell’isolamento, in funzione del quale lo Stato rimodella l’intero sistema penitenziario. Sotto di esso troviamo, ad esempio, l’isolamento in Alta Sicurezza (AS) e quello in 14-bis, utilizzato dal DAP, dentro una logica premiale, per punire i detenuti ribelli e tentare di piegarne le personalità. Il tutto unito alle politiche di deportazione lungo l’intero Paese che precedono e seguono i numerosi anni di isolamento.
Dal 2005, tre rivoluzionari prigionieri, militanti delle BR-PCC, sono continuativamente sottoposti in 41-bis (Cuneo, L’Aquila, Spoleto). Da ancora più tempo, sono detenuti in regime di Alta Sicurezza numerosi compagni (Alessandria, Ferrara, Terni, Latina, etc.). Diversi di loro sono militanti di Organizzazioni rivoluzionarie e alcuni, prima di essere posti in AS, sono stati detenuti in regimi di isolamento previsti dall’art. 90 prima e dall’Elevato Indice di Vigilanza (EIV) poi.
La politica dell’isolamento contro i rivoluzionari prigionieri è prevista e applicata anche in altri Stati. Oltre agli USA, Gran Bretagna e Germania (per citare solo alcuni dei Paesi nei quali si sono sviluppati regimi di isolamento molto duri), troviamo: in Spagna, i FIES; in Turchia, le prigioni di Tipo F; in Grecia, le celle di Tipo C; etc.
Attraverso la tortura dell’isolamento, lo Stato tenta di annientare i prigionieri, specie se rivoluzionari, o una loro collaborazione, trasformandoli, ad esempio, in delatori o dissociati e quindi in agenti dello Stato; oltre a mantenere costante la funzione della deterrenza, sia per quanto riguarda l’esterno che l’interno del carcere.
Negli anni ’80 e ’90, non solo in Italia, differenti pratiche di collaborazione con lo Stato da parte di settori di prigionieri politici e di Organizzazioni rivoluzionarie, infersero duri colpi al Movimento, alla Classe e alle loro lotte. Nel contesto internazionale di una più generale esigenza del Capitale e dello Stato di ristrutturarsi, di sconfiggere una prospettiva rivoluzionaria e di mutare così i rapporti di forza generali tra le classi, queste trattative tra alcuni prigionieri politici e Governi sono state impiegate dalla borghesia in termini controrivoluzionari. Forme di collaborazione che non si conclusero solo con il raggiungimento degli agognati premi, tra i quali, ad esempio, la scarcerazione, ma che anzi proseguirono all’esterno.
Sempre in quegli anni, alcune parti del movimento di solidarietà verso i rivoluzionari prigionieri si impegnarono per portare avanti coerentemente quel tipo di lotta: opponendosi, quindi, a qualsiasi processo di trattativa con lo Stato da parte di alcuni prigionieri politici. Questa battaglia continua ad essere necessaria, a maggior ragione in questi anni. Aree un tempo rivoluzionarie che in passato sono state protagoniste dei più vari percorsi di trattativa con lo Stato, e perciò passate dalla parte del nemico, intervengono e agiscono attivamente all’interno del Movimento ancora oggi. Un’attività che viene consentita e agevolata anche a causa di quelle parti del Movimento stesso che con queste aree organizzano iniziative e campagne, come nel caso di alcune mobilitazioni nel campo della lotta contro la repressione in generale e, più nello specifico, contro il carcere, il 41-bis, i reati associativi, etc.
La resistenza dei compagni nelle mani dello Stato è fondamentale per tutti coloro che all’esterno di quelle mura lottano per farla finita con lo sfruttamento e l’oppressione. Si tratta di compagne/i prigioniere/i che con la loro pratica hanno saputo alzare il livello della lotta e rappresentare così un suo avanzamento. Una loro resa porterebbe a un indebolimento e a un arretramento complessivi delle lotte stesse.
Sviluppare la solidarietà nei loro confronti significa, perciò, portare avanti una battaglia conseguente e coerente all’interno della lotta contro il capitalismo. Significa voler dare a questa lotta un carattere più generale, individuando quelle componenti rivoluzionarie più avanzate, che per questo pagano in termini più alti il prezzo della repressione e della prigionia , e sostenendole con forza. Significa contribuire allo sviluppo e al sostegno di lotte concretamente radicali e coerentemente antagoniste, individuando nella repressione e nella controrivoluzione un terreno sul quale i compagni e le compagne devono giocare una parte importante della propria lotta.
Contro ogni collaborazione-trattativa con lo Stato!
Sostenere le lotte! Abbattere il capitalismo!
Solidarietà ai rivoluzionari prigionieri!
Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
ccrsri.wordpress.com
Riscossa Proletaria per il Comunismo (RISCOPROL)
Facebook: Riscossa Proletaria
Contro il 41-bis! Solidarietà ai rivoluzionari prigionieri!