Rivoluzionari prigionieri in sciopero della fame in Marocco e in Cile.

Testo del SR-Belgio letto di fronte all’ambasciata del Marocco a Bruxelles, in occasione della manifestazione organizzata il 25 maggio 2015 in solidarietà con i rivoluzionari prigionieri in sciopero della fame in Marocco e Cile.

Dal 23 marzo, i prigionieri politici maoisti Aziz Elkhalfawi, Radwan Aladimi, Aziz Elbour, Mohammed Almouaddine, Hicham Almiskini e Abdelhak Atalhoui sono in sciopero della fame. Hanno aderito alla loro azione altri prigionieri politici come Abdul Wahab Alramadi e Munir Ashibha, di Fez, nonché studenti sahraui di Marrakech.

Il movimento sindacale degli studenti in Marocco, in cui studenti marxisti-leninisti e maoisti giocano un ruolo centrale, non ha solo sempre lottato per un’istruzione democratica cui possano accedere le classi popolari, ma ha sempre rappresentato l’avanguardia della resistenza al regime. Questi studenti hanno appoggiato le lotte operaie, le lotte dei disoccupati e il diritto all’autodeterminazione del popolo sahraui. La sconfitta da loro subita negli anni ’70 e ’80 è stata pesantissima: incarcerazioni, sparizioni, torture. Già all’epoca, gli studenti detenuti hanno resistito entrando in sciopero della fame, pagandone il prezzo con la morte di due di loro.

La semplice lotta per un’istruzione democratica, ancor oggi, in Marocco è di una durezza di cui non si ha l’idea. Il 22 dicembre 2014, la polizia è intervenuta per porre fine a un sit-in davanti all’Ufficio del preside della facoltà di giurisprudenza presso l’università di Oujda. Decine di studenti e parecchi poliziotti sono stati feriti negli scontri. È seguita una nuova ondata repressiva.

Le forze di polizia marocchine arrestano, torturano e costruiscono inchieste impunemente. Quando lo scorso anno una studentessa militante, Wafaa Charaf, ha denunciato di essere stata sequestrata da poliziotti in borghese, è stata incolpata e infine condannata a un anno di reclusione per “accuse calunniose”. Da ottobre 2014, Amnesty International non è più autorizzata a indagare in Marocco, né in materia di torture, né per altre questioni.

Eppure l’appoggio di Francia e Belgio al regime marocchino è costante. Data la repressione brutale delle manifestazioni e i duri trattamenti inflitti ai prigionieri, era stata fatta richiesta di assegnare il mandato alla Missione Onu per il Sahara Occidentale (Minurso) per controllare l’ottemperanza ai diritti umani in base al mandato. Il 3 aprile 2015, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha respinto la richiesta. La vittoria riportata dal regime marocchino è legata alla pressione esercitata dalla Francia, primo complice del regime da sempre.

Gli studenti marocchini devono non solo affrontare la violenza delle forze dello Stato, che hanno assassinato gli studenti Zoubida Khalifa e Adel Ajiraoui, ma anche la violenza delle bande reazionarie islamiche che tentano di prendere il controllo delle università e hanno già assassinato già due studenti comunisti, Maati Boumli e Mohamed Ayt Ljid Benaissa. Quando gli islamici hanno designato come relatore all’università di Fez uno dei responsabili degli assassinii, gli studenti comunisti hanno deciso d’opporsi, il che è sfociato in uno scontro generale che ha prodotto numerosi feriti e la morte di un islamico. Le autorità ne hanno approfittato per reintrodurre una vecchia circolare repressiva, detta “circolare tripartita”, per la militarizzazione delle università e l’incarcerazione di parecchi studenti militanti  sindacali.

Uno dei comunisti imprigionati dopo questo scontro, Mustapha Meziani, è morto 6 mesi fa, dopo 72 ore di sciopero della fame. Questi ha rivendicato il diritto a proseguire gli studi in carcere, richiesta tradizionale e storica dentro la lotta dei rivoluzionari studenti in Marocco. Le autorità l’hanno rifiutata e hanno ricoverato tardi lo studente in ospedale e in condizioni molto dure, incatenandolo al letto fino alla sua morte.

Le richieste durante l’attuale sciopero della fame riguardano parecchie questioni:

1° Nello specifico, quella di prigionieri politici, di revoca delle accuse basate su dossier costruiti dai servizi di sicurezza, raggruppamento dei prigionieri politici in una sola prigione e in medesime celle e, in generale, liberazione di tutti i prigionieri politici in modo incondizionato.

2° In generale, relativamente ai  loro studenti sindacalisti, quella di fine della militarizzazione dell’università e la revoca della circolare tripartita.

3° Nel concreto, in merito alle condizioni detentive: autorizzazione del diritto di visita, miglioramento del regime alimentare, accesso alle cure sanitarie e igieniche, possibilità di telefonare, allungamento dell’ora d’aria e interruzione di ogni vessazione ed atto di violenza.

4° Rispetto agli studenti incarcerati: accesso alla biblioteca e alle letture di riferimento, diritto a proseguire gli studi.

In Marocco e nel Sahara occidentale, la solidarietà si organizza in condizioni estremamente difficili. Gli altri prigionieri politici hanno condotto scioperi della fame solidali nelle prigioni di Fez e Meknes. Il 12 aprile scorso, è stata organizzata a Rabat una manifestazione solidale con i prigionieri, mentre è iniziato il processo per lo scontro mortale a Fez.

Una settimana fa, scontri sono avvenuti fra studenti e polizia nei pressi del tribunale e altri 6 studenti sono stati arrestati. Proseguono le indagini per identificare gli altri manifestanti. Già a inizio mese, 5 studenti sono stati condannati alla reclusione per manifestazione non autorizzata.

Occorre infine ricordare che questi prigionieri hanno già condotto scioperi della fame, che sono stati parecchie volte ricoverati in ospedale a causa delle loro azioni di resistenza e che il loro stato di salute è perciò estremamente precario.

Solidarietà con la resistenza agli studenti rivoluzionari in Marocco!

Solidarietà con gli studenti maoisti in sciopero della fame!

Contro il regime torturatore in Marocco e i suoi complici, gli Stati del Belgio e della Francia!

 

Soccorso Rosso-Belgio

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