La compagna Andi, militante del Soccorso Rosso Internazionale (SRI) e dell’organizzazione comunista svizzera “Revolutionarer Aufbau”, sta scontando dal 13 maggio 2013 una condanna a 17 mesi nel carcere di Winterthur, in quanto accusata di aver compiuto alcuni anni fa un attacco con esplosivo contro il consolato spagnolo (azione rivendicata come atto di solidarietà verso i prigionieri del PCE(r) e GRAPO in lotta contro l’isolamento). In questi giorni contro la compagna viene messa in atto un’ulteriore manovra repressiva: il carcere di Winterthur, dove lei è detenuta, chiude per 10 giorni ed i detenuti lì rinchiusi vengono messi “in permesso”, ma ciò non vale per Andi, che invece verrà trasferita nel carccere di Zurigo. Le condizioni di questo carcere sono ben più dure: una sola ora d’aria al giorno, contatti con gli altri detenuti molto limitati, comunicazione con l’esterno quasi impossibile. Già alcuni mesi fa era stata messa in isolamento per alcuni giorni come atto di ritorsione per una lotta che la compagna stava conducendo in solidarietà al militante comunista George I. Abdallah.
Respingiamo la provocazione nei confronti della compagna Andi, che viene colpita per la sua militanza. Il SRI è una struttura da tempo impegnata nel lavoro di controinformazione rispetto al percorso politico e alla prassi dei rivoluzionari prigionieri e delle loro organizzazioni, finalizzato a costruire e a sviluppare la solidarietà di classe attorno alla resistenza che, nonostante le loro condizioni oggettive, i rivoluzionari prigionieri continuano a manifestare. Nel corso degli anni il SRI è stato più volte oggetto di attacchi da parte degli apparati repressivi.
In questa fase di profonda e perdurante crisi capitalista di sovrapproduzione, la repressione dello stato si è andata sempre più dispiegando e sta colpendo duramente tutte le forme di lotta. In questo contesto, il carcere è da sempre la misura repressiva adottata dalla classe al potere per debellare e annientare chi non intende piegare la testa e continua a battersi per il cambiamento della stato delle cose presenti, nella prospettiva dell’abbattimento di un sistema basato sullo sfruttamento e l’oppressione, causa dell’imbarbarimento delle condizioni di vita dei proletari e della masse popolari.
Pesanti condanne sono state inflitte a compagni/e, rinchiudendoli per anni nelle carceri imperialiste, sin dagli anni ’70. Incriminazioni e incarcerazioni vengono eseguite contro militanti che si stanno battendo a sostegno delle popolazioni in lotta, per impedire il saccheggio e la devastazione del territorio, come lo sta a dimostrare, ad esempio in Italia, la resistenza contro la costruzione della linea di alta velocità (TAV).
La repressione, oltre a colpire da sempre i rivoluzionari e le avanguardie di lotta, in questa fase si accanisce anche contro chi si batte in maniera determinata in difesa del posto di lavoro, contro chi costituisce organismi contro il carcere e i regimi detentivi differenziati (41 bis, 14 bis, ecc.), per creare un collegamento fra le lotte di resistenza nelle carceri e quelle che si sviluppano all’esterno, nel mondo del lavoro, della scuola e del sociale.
L’attacco è portato anche nei confronti degli organismi nazionali e internazionali, come successo nel corso degli anni al SRI, che operano nel campo della solidarietà di classe verso i rivoluzionari prigionieri e tutti coloro che lottano e resistono.
In tal senso, ribadiamo la nostra solidarietà di classe alla compagna Andi, a tutti i prigionieri che resistono nelle carceri imperialiste e a chi, con la lotta e l’organizzazione, si oppone e per questo viene represso.
Contro la repressione non si tace e non si arretra!
Abbattere il capitalismo!
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale