TERRORISTA E’ CHI SEQUESTRA I COMPAGNI E BOMBARDA I POPOLI !
Giovedì 21 novembre il compagno turco-belga Bahar kimyongur, appena sbarcato all’aeroporto di Bergamo, è stato arrestato dallo stato italiano.
Il compagno è stato fermato e rinchiuso nel carcere di Bergamo, sulla base di un mandato di cattura internazionale, con l’accusa di terrorismo, su richiesta delle autorità turche.
Bahar da anni si oppone allo stato fascista turco, si batte per il sostegno dei rivoluzionari prigionieri turchi, in lotta contro le pesanti condizioni carcerarie e il regime d’isolamento, e ha denunciato la barbarie rappresentata dall’istituzione delle celle di tipo “F”, veri strumenti di tortura bianca, ideati dal regime turco per piegare la resistenza dei militanti imprigionati. Si è impegnato nell’associazione Tayad, uno dei principali organismi di solidarietà con i prigionieri rivoluzionari. Per questa sua militanza era stato arrestato e incarcerato in Belgio, con l’accusa di far parte dell’organizzazione comunista turca DHKC-P, organizzazione inserita dall’imperialismo U.S.A. ed U.E. nelle “ Black lists”, stilate all’indomani degli attacchi alle Twin Towers nel settembre 2001 nell’ambito della “ guerra al terrorismo”, e quest’estate in Spagna è stato nuovamente fermato, sempre su richiesta della Turchia.
Negli ultimi tempi il compagno Bahar Kimyongur ha incentrato il proprio impegno nel denunciare la partecipazione della Turchia, membro N.A.T.O., all’aggressione contro la Siria, e più in generale per lottare con il movimento contro la guerra che gli stati imperialisti stanno portando avanti nell’area mediorientale. In tal senso era venuto in Italia proprio per intervenire a due dibattiti, uno a Monza e l’altro a Padova, sulla situazione in Siria e in generale nel Medio-Oriente.
Questo arresto si configura come un vero e proprio sequestro, messo in atto dallo stato imperialista italiano e dallo stato fascista turco. Di questo non ci meravigliamo e non ci sorprendiamo. È la prassi degli stati imperialisti e numerosi esempi stanno a testimoniarlo; ne ricordiamo uno dei più recenti, il caso di Abu Omar.
Con l’arresto del compagno Bahar si vuole mettere a tacere una della voci più significative da sempre in prima linea contro gli interessi imperialisti e contro il regime fascista turco.
E’ fondamentale sviluppare la più ampia mobilitazione in sostegno di Bahar, lottare per la sua liberazione, far conoscere le sue posizioni politiche, che rappresentano la ragione di questa operazione repressiva.
Lunedì 2/12/2013 (ore 11.00) tutti alla seconda udienza (alla prima il compagno ha rifiutato di essere estradato in Turchia), presso il tribunale di Brescia, per “chiedere” a gran forza la libertà per il compagno Bahar.
-LIBERTA’ PER BAHAR !
– SOLIDARIETA’ CON I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI TURCHI !
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale
ccrsri1@gmail.com
novembre 2013
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